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Di Andrea Pisano (1290 ca.-1348/49 ca.), uno dei più importanti scultori fra quelli che operarono a Firenze e in Toscana nella prima metà del XIV secolo, si hanno notizie certe solo fra il 1330 e il 1348. Il suo vero nome fu Andrea d’Ugolino da Pontedera e fu scultore e architetto. Fu egli stesso, nei documenti, a dichiararsi de Pisis (ossia “da Pisa” o “Pisano”). Figlio di un notaio, si formò probabilmente come orafo, per poi diventare un grande bronzista. Influirono fortemente sulla sua arte sia Nicola Pisano sia Giotto, il grande artista fiorentino che aveva rinnovato la pittura gotica e di cui Andrea fu collaboratore.
È sua la Porta sud del Battistero di Firenze, commissionatagli dall’Arte di Calimala per sostituire la precedente in legno. Realizzata dal 1330 al 1336, venne firmata dall’autore (anche se la data del 1330, riportata con la firma, è da intendersi come quella di inizio dei lavori). Secondo uno schema parzialmente derivato dalle porte realizzate a Pisa da Bonanno Pisano, è composta da ventotto formelle, disposte su sette file di quattro, tutte chiuse entro particolari cornici cosiddette quadrilobe. Queste presentano la forma di una losanga aperta, su ciascun lato, a semicerchio. I quadrilobi sono a loro volta racchiusi in altre cornici quadrate.
Le prime venti formelle presentano le Storie del Battista, mentre le rimanenti otto ospitano figure di Virtù (le tre Virtù teologali e le quattro Virtù cardinali) e la personificazione dell’Umiltà. Queste ultime, in particolare, presuppongono la conoscenza della Cappella degli Scrovegni di Giotto.
Lo stile di Andrea è composto ed elegante, le sue composizioni sono equilibrate; le forme chiare e nitide, i modellati fluidi e i volti armoniosi delle sue figure mostrano senza dubbio accenti classicistici. Appartengono pienamente alla cultura gotica, invece, i panneggi a grandi pieghe trasversali e l’uso delle cornici quadrilobe, che egli usò per primo a Firenze.
La porta di Andrea Pisano un tempo si trovava, probabilmente, di fronte al Duomo; secondo il Vasari sarebbe stata, di seguito, spostata nella posizione attuale, sul lato sud. In realtà, studi recenti tendono a contraddire la testimonianza vasariana, per una discrepanza di misure: la porta sarebbe stata, insomma, sempre sul lato sud del Battistero, dove oggi si può ammirare una copia. L’originale è stato infatti trasportato al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.
La bella cornice a motivi vegetali che inquadra i battenti non è di Andrea ed è molto più tarda: venne infatti realizzata da Vittore Ghiberti, figlio di Lorenzo, su disegno del padre, dopo la fusone della Porta del Paradiso, intorno al 1466.
Nominato nel 1337 capomastro dell’Opera del Duomo fiorentino, Andrea Pisano prese il posto di Giotto nella direzione dei lavori del Campanile e realizzò alcuni rilievi per il suo basamento, finanziati dall’Arte della Lana, con Storie della Genesi e Arti e Attività dell’uomo, le quali includono Pittura, Scultura e Architettura.
Il programma iconografico, che potrebbe essere frutto di un’idea originaria di Giotto o di una collaborazione intellettuale fra i due artisti, illustra il lento cammino dell’uomo verso la redenzione, da raggiungersi attraverso la nobiltà del lavoro. Le semplici scene presentano composizioni essenziali e figure raccolte e compatte, dai panneggi semplificati; proprio questa purezza delle forme evidenzia la cultura classicheggiante di Andrea.
Da Firenze, l’artista si trasferì a Pisa. Qui, aiutato dal figlio Nino, anch’egli scultore, realizzò il Monumento funebre per l’Arcivescovo Simone Saltarelli nella Chiesa di Santa Caterina. Gravemente danneggiato da un incendio seicentesco, il monumento presenta un’imponente struttura a edicola sviluppata su quattro livelli.
Risale a questi anni anche la grande Madonna con Bambino per la facciata del Duomo. Per la chiesa di Santa Maria della Spina scolpì alcune statue, un tempo parzialmente colorate e dorate: la Madonna della Rosa, San Pietro, San Giovanni Battista e la Madonna del latte.
A Orvieto Andrea divenne, nel 1347, capomastro dell’Opera del Duomo. Si occupò della facciata, scolpendo una Maestà e due Angeli, destinati alla lunetta sovrastante il portale maggiore e oggi nel Museo dell’Opera del Duomo. A Orvieto morì, probabilmente di peste, lasciando la carica di capomastro al figlio Nino. Il suo corpo venne poi traslato a Firenze, all’interno della Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Pillole di arte sempre piacevoli grazie
Grazie a Lei per l’apprezzamento!