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Il bacio di Rodin
Paolo e Francesca simboli dell’amore eterno.
Autore: Giuseppe Nifosì Pubblicato in Postimpressionismo e Simbolismo – Data: Febbraio 14, 2020 1 commento 3 minuti
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Il bacio è un gruppo scultoreo realizzato, intorno al 1882, dallo scultore francese Auguste Rodin (1840-1917). La produzione di questo artista si sviluppò parallelamente al dibattito che accompagnò l’affermazione del Simbolismo in pittura.

Auguste Rodin, Il bacio, 1888-89. Marmo, 181,5 x 112,3 x 117 cm. Parigi, Musée Rodin.

Il soggetto di quest’opera è ispirato alla vicenda di Paolo e Francesca così come raccontata da Dante nella sua Divina Commedia. Paolo e Francesca, amanti per eccellenza, sono citati nel canto V dell’Inferno. Il “libro galeotto” sulla storia d’amore di Lancillotto e Ginevra fece scoppiare la scintilla tra i due, che divennero amanti clandestini, scoperti e uccisi dal marito di lei.

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Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante

Le loro anime furono condannate a volare affiancate, nella bufera che trascina i corpi dei lussuriosi in eterno.

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Il bacio fu, in un primo tempo, concepito da Rodin per la sua Porta dell’Inferno, capolavoro maestoso (e incompiuto) proprio ispirato alla Commedia dantesca e concepito come una complessa riflessione sui temi dell’amore e della dannazione. L’artista, successivamente, decise di fare di questa scena d’amore un soggetto autonomo. La prima versione venne realizzata in gesso. Il gruppo in marmo fu invece scolpito (con l’ausilio di collaboratori) nel 1888 e presentato all’Esposizione universale di Parigi del 1889. Di quest’opera esistono altre due versioni autografe, sempre in marmo, una terza marmorea postuma e altre versioni in bronzo.

Auguste Rodin, Il bacio, 1888-89. Particolare.

L’uomo e la donna, nudi e seduti su una roccia, sono colti nell’attimo che precede il bacio. Il corpo dell’uomo, energico e vigoroso, si accosta delicatamente a quello della donna, che si abbandona nell’abbraccio dell’amato, ricambiando a sua volta l’abbraccio.

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Auguste Rodin, Il bacio, 1888-89. Particolare.

I volti dei due amanti, nascosti, sembrano fondersi l’uno nell’altro, sono sul punto di scomparire perché la loro individualità sembra cedere il passo a quella unione che li condannerà ed essere indivisibili per l’eternità. D’altro canto, mentre Dante diede a quell’uomo e a quella donna un nome, Rodin volle rendere quella celebre coppia quasi anonima, in modo tale che ogni innamorato possa riconoscersi in quegli sciagurati amanti.

Auguste Rodin, Il bacio, 1888-89. Particolare.

Benché il gruppo sia stato concepito per essere ammirato da ogni lato, prevale l’impianto piramidale della composizione. Il non-finito della roccia, omaggio all’arte di Michelangelo, contrasta con la levigatezza dei due nudi.

Questo capolavoro, oggi conosciutissimo e celebrato in tutto il mondo, all’epoca della sua realizzazione fece scalpore: era la prima volta che uno scultore abbandonava il linguaggio Neoclassico, che prevedeva una assoluta politezza delle opere, per rappresentare, oltre tutto, una scena dalla così forte carica erotica, considerata a quei tempi eccessiva e inopportuna.

Auguste Rodin, Il bacio, 1888-89. Particolare.


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