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Il Bagno ad Asnières e la Grande Jatte di Seurat
Due capolavori del Neoimpressionismo francese.
Autore: Giuseppe Nifosì Pubblicato in Postimpressionismo e Simbolismo – Data: Novembre 9, 2020 0 commenti 11 minuti
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Con il termine Neoimpressionismo si usa indicare quel particolare movimento che, alla fine del XIX secolo, si propose di sviluppare e superare l’Impressionismo, conferendo un ordinamento di taglio più marcatamente scientifico ai suoi princìpi. Il gruppo dei neoimpressionisti fu guidato da Georges Seurat (1859-1891) ma contò tra i suoi massimi rappresentanti anche il pittore Paul Signac (1863-1935). Il Bagno ad Asnières e la Grande Jatte di Seurat.

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Il Neoimpressionismo

Con le loro ricerche, i neoimpressionisti svilupparono, intorno al 1885, la tecnica del pointillisme o ‘puntinismo’, che in pratica era una sorta di evoluzione scientifica della tecnica impressionista, dove alle tipiche pennellate un po’ caotiche e aggrovigliate di Monet e compagni si sostituiva una serie infinita e ordinata di puntini colorati.

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Il termine pointillisme, in realtà, non piaceva affatto a Seurat, che avrebbe preferito chiamare la sua tecnica “divisionismo” o anche “cromo-luminismo”, un’espressione che meglio marcava l’attenzione riservata ai valori luministicidei colori, o ancora “Impressionismo scientifico”, contrapponendolo a quello “lirico” di Monet, Renoir e Degas. Allo stesso modo, non fu Seurat a introdurre il termine “Neoimpressionismo” ma il critico Félix Fénéon, il quale volle sottolineare lo scatto operato dal nuovo movimento pittorico.

Il pointillisme

Se si guarda un quadro neoimpressionista da molto vicino, non si scorgono che tantissimi puntini di colore puro accostati uno all’altro. Se ci si allontana, però, l’occhio non è più in grado di distinguere i singoli punti ma percepisce soltanto le miscele di colori che essi formano. Un po’ come accade, al contrario, con il computer, dove le immagini sono composte da una miriade di piccolissimi quadratini colorati, detti pixel: se l’immagine viene troppo ingrandita si “sgrana”, proprio perché si cominciano a riconoscere i singoli pixel.

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La tecnica del pointillisme, o ‘puntinismo’, ha, per certi versi, anticipato il sistema di riproduzione di una immagine sul monitor di un computer: essa è infatti legata al medesimo principio della “ricomposizione retinica”. I colori, depositati puri sulla tela con la punta del pennello (appunto sotto forma di puntini, tenuti divisi), vengono ricomposti e fusi dalla retina dell’occhio di chi osserva il quadro a una giusta distanza.

Il pittore, insomma, non interviene meccanicamente, mescolando due o più colori diversi sulla tavolozza per ottenere certe tinte. Per comporre un colore secondario, ad esempio il verde, procede all’accostamento di puntini gialli e blu. Operando in tal modo, ottiene anche vivaci effetti di brillantezza e di massima luminosità. I colori complementari, se accostati, si esaltano a vicenda, mentre se mescolati si spengono, avvicinandosi al grigio.

Georges Seurat, Donna alla toeletta, 1888-89. Olio su tela. Londra, Courtauld Gallery.
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Georges Seurat, Donna alla toeletta, 1888-89. Particolare.

Bagno ad Asnières

Nel 1884, all’età di 25 anni, Seurat dipinse Bagno ad Asnières: una “constatazione sociale”, lontana dai locali così cari agli impressionisti. Il dipinto rappresenta alcuni giovani che fanno il bagno sulla riva della Senna, resa riconoscibile dal ponte ferroviario e dalle officine di Clichy sullo sfondo. Quell’angolo del fiume era un tipico luogo di riposo della classe plebea e la modesta estrazione sociale dei personaggi è denunciata dal loro abbigliamento, che contrasta conquello della coppia borghese in cilindro e parasole che, in alto a destra, si fa portare in barca all’isola della Grande Jatte, ritrovo privilegiato delle classi alte.

Georges Seurat, Bagno ad Asnières, 1884. Olio su tela, 2,01 x 3,01 m. Londra, National Gallery.
Georges Seurat, Studio per Bagno ad Asnières, 1883-84. Olio su tela, 15,8 x 25,1cm. Chicago, Art Institute.
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Georges Seurat, Ragazzo seduto, studio per Bagno ad Asnières, 1883-1884.Disegno a matita nera Conté, 31,7×24,7 cm.Edimburgo,National Gallery of Scotland.
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Georges Seurat, Uomo sdraiato, studio per Bagno ad Asnières, 1883-1884.Disegno a matita nera Conté.FondationBeyeler, Riehen-Basel, Schweiz.

Presentata da Seurat al Salon ufficiale di quell’anno, l’opera fu rifiutata dalla giuria. Della grande tela, infatti, non piacquero né la novità della tecnica né il soggetto e neanche il significato, che risultarono difficilmente classificabili nel confronto con i movimenti precedenti e perfino con l’Impressionismo. Il quadro, infatti, presenta sia elementi legati all’accademia, come le cinque figure in primo piano copiate da modelli in posa nel suo studio, sia motivi desunti dalla poetica impressionista, come i colori, la ripresa en plein air, la luce, il soggetto proletario.

Seurat, in qualche modo, volle conciliare l’impressione visiva con il rigore della pittura d’atelier e puntò a idealizzare la scena. Eliminando i particolari contingenti, egli infatti trasferì un banale episodio di vita parigina in una sfera immutabile ed eterna, dunque classica.

Georges Seurat, Bagno ad Asnières, 1884. Particolare.
Georges Seurat, Bagno ad Asnières, 1884. Particolare.

La Grande Jatte

Dopo aver dipinto il Bagno ad Asnières, Seurat affrontò lo stesso tema in un quadro molto più complesso e ambizioso realizzato fra il 1884 e il 1886: Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte, più semplicemente nota come La Grande Jatte.

Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte, 1884-86. Olio sutela, 2,05 x 3,05 m. Chicago, The Art Institute of Chicago.

È questa, un’isola della Senna (in piena Parigi) ricca di alberi e prati. Seurat si dedicò alla realizzazione del suo più alto capolavoro per quasi due anni, col solo intervallo dell’estate 1885, recandosi quotidianamente sull’isola e realizzando ben ventisette tavole, tre tele e ventisette disegni di preparazione. Il dipinto, finalmente ultimato, fu esposto nel 1886 all’ottava mostra impressionista e a quella della Société desartistesindépendants. Fu in seguito acquistato, nel 1924, da Frederic Clay Bartlett che lo prestò al The Art Institute di Chicago dov’è ancora oggi esposto.

Georges Seurat, Studio per Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte, 1884. Olio su tela, 70,5×104,1 cm.Chicago,Art Institute.
Georges Seurat, Donna seduta con il parasole, 1884-1885. Studio per Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte. Matita nera Conté su carta avorio, 47,7×31,5 cm. New York, Metropolitan Museum of Arts.
Georges Seurat, Donna che cammina con l’ombrellino, 1884-1885. Studio per Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte. Matita nera Conté su carta avorio.
Georges Seurat, Paesaggio con albero e uomo, 1884-1885. Studio per Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte. Matita nera Conté su carta avorio.
Georges Seurat, Scimmiette, 1884-1885. Studio per Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte. Matita nera Conté su carta avorio.
Georges Seurat, Studio per Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte, 1884-1885.Matita nera Conté su carta avorio.

L’ambientazione

La scena si svolge sulla riva della Grande Jatte che guardava verso Asnières (la località balneare frequentata dai parigini delle classi meno abbienti). A sfilare in questo ideale fregio dipinto sono i parigini ricchidella Terza Repubblica, che la domenica pomeriggio amavano rilassarsi sulle rive del fiume. Le persone e gli animali presentano una disposizione geometrica quasi scenografica; sono infatti mostrati frontalmente o di profilo e i loro rapporti reciproci sono armoniosi e attentamente studiati.

Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte, 1884-86. Particolare.

La tela è divisa verticalmente a metà dall’asse che attraversa la donna con l’ombrellino; la linea orizzontale che tocca l’orlo inferiore della sua giacca e l’ombra dell’alberoalle sue spalle individuano, invece, la sezione aurea. Conducendo l’occhio dello spettatore, collocato idealmente nell’ombra del primo piano, di figura in figura sino alla luce intensa del fondo l’artista ottiene un effetto di profondità, senza far ricorso alla prospettiva, unicamente con l’applicazione rigorosa della tecnica puntinista.

La scena è dominata da una calma e un silenzio assoluti; le figure sono quasi ridotte a forme geometriche e costrette a una innaturale immobilità, come in gran parte delle prime opere di Seurat. Ne deriva un’atmosfera assolutamente irreale.

Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte, 1884-86. Particolare.

Un nuovo classicismo

Se si confronta La Grande Jatte con un dipinto impressionista a più figure, per esempio di Renoir, si comprende quanto fosse distante la posizione di Seurat da quella dei colleghi che pure, nel 1886, lo avevano accolto alla loro ultima esposizione. Le tele impressioniste erano piene di vita e di movimento, tentavano di catturare frammenti della realtà nel suo divenire. La Grande Jatte, al contrario, risponde solo in apparenza all’intento di rappresentare una scena quotidiana.

I personaggi di Seurat sono i protagonisti di un mondo atemporale e astratto: nessuno comunica con l’altro, ognuno sembra vivere per sé. Si comprende a colpo d’occhio che non sono persone ma sagome, manichini, forme solitarie. Gli amici riscontravano nell’opera di Seurat alcuni riferimenti a fregi egizi o alle Panatenee di Fidia; è difatti lecito riconoscere nel dipinto l’ambizione di fissare un’immagine duratura e immutabile del mondo contemporaneo, come in un fregio di Fidia.

Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte, 1884-86. Particolare.

Le parole di Seurat

A tal proposito spiegò l’artista: «Le Panatenee di Fidia rappresentano una processione. Io voglio allo stesso modo ritrarre le persone del nostro tempo in ciò che hanno di essenziale, voglio ritrarle in quadri combinati in armonia di colori grazie alle direzioni delle tinte, e in armonia di linee grazie al loro orientamento, disponendo linea e colore l’una in rapporto all’altro». A volte si scherniva, asserendo: «loro vedono della poesia in ciò che io faccio, ma io applico il mio metodo, tutto qui».

Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte, 1884-86. Particolare.
Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte, 1884-86. Particolare.

In realtà, come ha osservato un importante storicodell’arte del XX secolo, Lionello Venturi, La Grande Jatte è un dipinto assai più complesso di quanto volle riconoscere il suo autore: «le forme sono troppo precise, la consistenza delle immagini è troppo presente, perché non s’imponga all’osservatore la sensazione del contrasto fra la loro realtà e la loro irrealtà.

I profili assumono un tono disincantato, che ai contemporanei parve ridicolo e irritò, e a noi pare piuttosto umoristico […]. Sembra che un pubblico da caffè-concerto sia entrato nella casa di Dio, ed è evidente che per quel pubblico il pittore non ha alcuna simpatia e profitta del suo senso delle forme regolari per sottolineare il ridicolo della moda».

Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte, 1884-86. Particolare.

Il quadro, insomma, potrebbe anche avere un significato parodistico, essere una critica alla società borghese del tempo. Non si spiegherebbe diversamente l’insolito particolare della scimmietta che la signora in primo piano, vestita con il tipico abito a tournure (la struttura rigida montata nella parte posteriore della gonna), porta disinvoltamente al guinzaglio e che, evidentemente, doveva apparire molto cool, come diremmo oggi.

Georges Seurat, Bagno ad Asnières e Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte a confronto.


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