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La Basilica di San Marco a Venezia è l’emblema del Romanico italiano d’influenza bizantina. Chiesa madre della città lagunare nonché martyrion, sorse nell’828, sul modello della Basilica dei Santi Apostoli di Costantinopoli (distrutta nel XV secolo), per conservare e onorare le spoglie dell’apostolo Marco, trafugate ad Alessandria d’Egitto dai Veneziani quello stesso anno. Fu poi ricostruita a partire dal 1063 e consacrata nel 1094 ma con forme ancora bizantine.
A questa data, la basilica presentava un esterno sobriamente rivestito in mattoni, con inserti ceramici, e aveva una facciata a due piani di arcate e cupole emisferiche estradossate, cioè con la superficie esterna in evidenza.
In un momento in cui l’Europa stava sperimentando le molte possibilità formali e strutturali della nuova architettura romanica, la basilica veneziana sorse dunque, e consapevolmente, bizantina, grazie anche all’apporto di architetti greci chiamati appositamente dall’Oriente. I lavori per la sua costruzione non terminarono con la sua consacrazione; la chiesa fu infatti progressivamente arricchita, negli anni, all’interno e all’esterno, con un lavoro febbrile e incessante, sino a raggiungere l’aspetto che ancora oggi conserva. La facciata attuale, per esempio, fu ricostruita fra il XIII e il XIV secolo, rivestita di marmi e arricchita da archeggiature; conseguentemente, anche le cupole furono rialzate.
Divenuta cappella ducale, la chiesa fu presto considerata come il monumento veneziano per antonomasia; vi gravitò attorno la vita pubblica e religiosa: qui si celebrarono le più importanti ricorrenze e qui venne sancita ufficialmente l’elezione di ogni Doge, il supremo magistrato della Repubblica. Oggi, questa magnifica chiesa è considerata patrimonio dell’umanità, secondo quanto deciso dall’Unesco nel 1987.
La basilica ha una pianta a croce greca con i quattro bracci divisi in tre navate. Le navate centrali sono coperte da cinque cupole, quelle laterali sono voltate a botte. Un nartece, diviso da piccole campate a cupola, precede l’interno della chiesa sui tre lati del braccio frontale ed è aperto, in facciata, da cinque arconi ornati di bassorilievi medievali di straordinaria bellezza. Questo atrio prepara visivamente all’ingresso nella chiesa, il cui splendore inaspettato esplode improvviso in uno straordinario trionfo di oro e di colori.
L’interno, incredibilmente ricco, infatti, mostra le colonne, i pilastri e il pavimento ricoperti di preziosi marmi colorati; le pareti, le volte, le cupole sono invece rivestite di mosaici su fondo oro, che alterano e dilatano lo spazio, rendendolo suggestivamente rarefatto.
Non vi è massa né peso in questa chiesa: eppure, l’edificio è sorretto da possenti pilastri e coperto da volte grandiose, che dovrebbero richiamare alla mente l’architettura ampia e distesa dell’antico Impero romano. Ma i mosaici attutiscono ogni effetto di pesantezza: la potente struttura muraria è oscurata da un predominante gioco cromatico che, grazie alla luce del sole che penetra dalle finestre, colora lo spazio con i riflessi dorati e azzurri dei mosaici.
Come sempre, splendido!
Grazie mille!
molto interessante