Puoi ascoltare il mio podcast su: Apple Podcasts | Google Podcasts | Spotify | Cos'è?
Tra le moltissime rappresentazioni della Natività, declinata o meno dalla presenza dei pastori, due sono veramente deliziose, perché ricolme di grazia, delicatezza e garbo rasserenante. Sono l’Adorazione dei pastori del Correggio e la Natività di Gesù del Barocci. Questi due pittori cinquecenteschi, vissuti rispettivamente all’inizio e alla fine del XVI secolo, hanno fatto parte della grande famiglia degli artisti rinascimentali benché Correggio sia propriamente classificato come manierista mentre Barocci come esponente dell’arte controriformista. Ma sono solo formule. Furono certamente due grandi artisti, capaci di incantarci, ancora dopo secoli, con la preziosa bellezza dei loro quadri.
Antonio Allegri (1489 ca.-1534), detto Correggio dalla città di nascita, inaugurò nel Cinquecento un’arte caratterizzata da un notevole dinamismo delle forme, in cui le composizioni sono dominate da schemi diagonali, figure in scorcio, luci calde e dorate che rendono vibranti i colori. L’Adorazione dei pastori, più comunemente conosciuto come La notte, gli fu commissionato da Alberto Pratonieri per l’altare della cappella di famiglia, nella Chiesa di San Prospero a Reggio Emilia. Il dipinto venne realizzato tra il 1525 e il 1530. Si tratta di uno dei più suggestivi e affascinanti notturni di tutto il Rinascimento italiano. Per secoli ammirata dai colleghi di Correggio, tra cui El Greco e Rubens che si recarono a Reggio Emilia appositamente per vederla, e desiderata invano da grandi collezionisti, come il re di Spagna, che non riuscirono tuttavia ad acquistarla (riuscì nell’impresa Federico Augusto di Sassonia a metà del Settecento), La notte effettivamente è incomparabile per gli effetti della luce irradiata dal Bambino, posto al centro della composizione, mentre tutti gli altri personaggi si accalcano con grazia per adorarlo.
L’urbinate Federico Fiori, detto Barocci (1535-1612) si formò sulle opere di Raffaello, di Correggio e degli artisti veneti, da cui ricavò i personalissimi effetti di colore e di sfumato che caratterizzarono la sua produzione. Uomo di profondissima fede, dipinse quasi solamente quadri di soggetto religioso. Le opere di Barocci presentano una delicatissima portata emotiva, ottenuta attraverso composizioni sempre vivaci e ricche di figure. Nella deliziosa e notturna Natività di Gesù, commissionata da Francesco Maria II della Rovere e da questi poi donata alla regina di Spagna, Margherita d’Austria, Barocci ambienta il sacro evento in una stalla, secondo la tradizionale iconografia. Gesù Bambino, deposto in una mangiatoia e vegliato dal bue e dall’asinello, emana un alone di luce divina che illumina una giovanissima, casta e delicata Vergine, inginocchiata di fronte al figlio in amorevole adorazione, con le braccia aperte, accogliente. San Giuseppe, sul fondo, indica ai pastori il piccolo nato. Il morbidissimo stile di Barocci è stato definito «naturalismo mistico». Ha scritto lo storico Nicholas Penny, direttore della National Gallery di Londra: «[Barocci] ha reso il sacro allo stesso tempo divinamente bello e irresistibilmente umano».