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Il David di Donatello
Un capolavoro classico in pieno Rinascimento.
Autore: Giuseppe Nifosì Pubblicato in L’età rinascimentale: il Quattrocento – Data: Settembre 10, 2020 3 commenti 9 minuti
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Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto Donatello (1386 ca.-1466), fu uno dei più grandi artisti del Rinascimento. Grande amico di Brunelleschi, con lui intraprese l’avventura di creare per l’arte un nuovo stile e un nuovo linguaggio, superando l’oramai secolare tradizione medievale. Dopo un probabile esordio come orafo, accompagnò Brunelleschi a Roma, per studiare la scultura antica. Tornato a Firenze, entrò nella bottega di Ghiberti e lì concluse la sua formazione. Le sue prime sculture mostrano un’elegante ricerca di linearismo e la tendenza, molto vicina allo stile ghibertiano, a increspare i panneggi e ad accentuare l’articolazione delle pose.

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Donatello, David marmoreo, 1408- 10. Marmo, 191 x 57,5 x 32 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello.

Il David marmoreo

A questa fase giovanile di Donatello appartiene un suo primo David, scolpito in marmo tra il 1408 e il 1410 per l’Opera del Duomo fiorentina. Era, questa, un’istituzione laica, fondata dalla Repubblica di Firenze e costituita da amministratori, artisti e maestranze impegnati nel progetto di costruzione della cattedrale. La statua era destinata alla tribuna del coro, una struttura ottagonale che si trovava attorno all’altare centrale e che fu poi smantellata nel XIX secolo. La scultura è a grandezza naturale e raffigura l’eroe biblico vittorioso con la testa del gigante Golia ai suoi piedi. Donatello mostra di conoscere già la scultura romana: infatti si notano elementi ripresi dal repertorio classico, come il busto massiccio del ragazzo che tende la sua veste attillata, oppure la corona di amaranto che gli orna il capo.

Donatello, David marmoreo, 1408- 10. Particolare del volto.

Tuttavia, altri dettagli riconducono l’opera a un contesto ancora tardogotico. Le membra sono incredibilmente lunghe, le mani elegantissime; i drappeggi cadono lungo la schiena e poi davanti, a coprire le gambe aperte; la posa è fiera ma principesca. È gotica, soprattutto, la particolare incurvatura del corpo longilineo, sia pure equilibrata dalla posizione aristocratica delle braccia.

Donatello, David marmoreo, 1408- 10. Particolare delle braccia.
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Donatello, David marmoreo, 1408- 10. Particolare della mano destra.

Il David bronzeo

Trent’anni dopo, intorno al 1440, Cosimo dei Medici commissionò a Donatello un secondo David in bronzo: una piccola scultura, alta poco più di un metro e mezzo, oggi conosciuta anche come David bronzeo. Inizialmente destinata a Palazzo Medici, la statua fu esposta per qualche tempo in una sala della residenza medicea e in seguito nel cortile. Il più antico documento che la menziona risale al 1469, e la ricorda proprio nel cortile di casa Medici in occasione delle nozze di Lorenzo il Magnifico. La scultura era collocata su una colonna di marmi policromi, oggi purtroppo perduta, decorata con foglie e arpie da Desiderio da Settignano e descritta anche dal Vasari.

Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Bronzo, altezza 1,58 m. Firenze, Museo Nazionale del Bargello.

Nel 1495, con la cacciata dei Medici da Firenze, il David fu trasferito a Palazzo Vecchio, come simbolo della conquistata libertà repubblicana. Tra Sei e Settecento passò da Palazzo Pitti agli Uffizi e da qui, nella seconda metà del XIX secolo, trovò sede presso il Museo del Bargello, assieme al David marmoreo dello stesso autore.

Donatello, David marmoreo e David bronzeo a confronto. Firenze, Museo del Bargello.

Un tempo, la scultura era in buona parte dorata e appariva molto più brillante e preziosa di oggi. Ma dopo più di un secolo di esposizione alle intemperie, quasi tutto il rivestimento in foglia d’oro è andato perso. Nel 2007-8, un intervento di restauro ha restituito parte della doratura antica ma soprattutto ha recuperato l’originario timbro cromatico del bronzo, caldo e lievemente argentato.

Una composizione classica

Il David di Donatello si presenta come un ragazzo non ancora adolescente, raffigurato in piedi. È completamente nudo, a parte un insolito cappello a punta e un paio di calzari che gli arrivano fino al ginocchio. Sostiene il proprio corpo con la gamba destra, tesa, mentre la sinistra è appoggiata in segno di vittoria sulla testa del gigante sconfitto.

Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Veduta laterale sinistra.
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Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Veduta laterale destra.

La mano destra tiene la grande spada con la lama da taglio con cui ha appena decapitato l’avversario; la sinistra, che si posa sul fianco, nasconde il sasso con cui lo aveva tramortito. Le dimensioni esagerate della spada (troppo grande e pesante per essere maneggiata da un fanciullo) creano, otticamente, un asse diagonale, esterno alla figura, che controbilancia la posizione del corpo atteggiato a serpentina e apparentemente instabile.

Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Particolare del volto.

Il viso del giovane eroe, incorniciato dai lunghi capelli sciolti e rivolto leggermente verso il basso, rivela un’espressione maliziosa e compiaciuta, tipica dell’adolescente consapevole di aver compiuto una grande impresa.

Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Particolare del volto.

La testa di Golia è minuziosamente lavorata; la barba è infatti resa con ammirevole virtuosismo e anche l’elmo presenta eleganti decorazioni, con una danza di putti. La base, infine, è composta da una ghirlanda circolare.

Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Particolare della testa di Golia.
Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Particolare dell’elmo di Golia e della ghirlanda.

Un omaggio all’antico

Molti sono gli elementi che fanno di questo capolavoro un tipico esempio di recupero del modello classico. In tal senso, l’opera appare assolutamente innovativa, considerando anche la sua data di realizzazione. La scultura è in bronzo, come gli originali antichi, ed è svincolata dall’architettura, cioè non subordinata a una nicchia o ad altri elementi architettonici. È dunque concepita per essere guardata da molti punti di vista. Ruotandole attorno, si scoprono dettagli sempre diversi: la veduta di profilo permette di ammirare la forma caratteristica del cappello, quella posteriore svela tutta la sensualità androgina del ragazzino.

Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Veduta posteriore.

La figura maschile è integralmente nuda, il primo esempio in una statua a grandezza naturale dai tempi dell’antica Roma. Grazie alla sua morbida ponderazione, David è memore degli esempi di Prassitele: infatti, il suo corpo da ragazzo è fissato in una posa ponderata ma sinuosa. Infine, il capolavoro donatelliano non è, propriamente, un’opera di carattere religioso, a dispetto del soggetto. Non a caso, parte della critica ha voluto identificarvi un Mercurio vincitore su Argo.

In realtà, la recente scoperta di un documento ha confermato che il soggetto commissionato fu proprio quello del David e non di Mercurio. È tuttavia assai probabile che Donatello, desideroso di confrontarsi con un tema mitologico, abbia voluto giocare sull’equivoco: in effetti la statua è in questo senso ambigua, presenta sia gli attributi dell’eroe biblico, cioè la spada e la testa di Golia ai piedi, sia quelli del dio romano, ossia i calzari all’antica e il particolare copricapo sulla testa (chiamato pètaso), in questo caso decorato da una ghirlanda di alloro.

Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Particolare dei calzari di David.
Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Particolare del volto di profilo.

La scelta di alludere a Mercurio potrebbe oltretutto ricordare la principale attività esercitata dalla famiglia Medici, il commercio, di cui il dio era protettore.

Tra classicismo e realismo

Per quanto sia “il più classico” dei capolavori donatelliani, questo David non è, però, totalmente devoto al culto dell’antico: gli efebi, ossia i ragazzi giovani scolpiti da Greci e Romani, erano atleti che, nonostante la tenera età, potevano vantare un corpo da adulti.

Crizio, Efebo, 480 a.C. ca. Marmo, altezza 86 cm. Atene, Museo dell’Acropoli.

Il David di Donatello, invece, ha il fisico reale di un adolescente, con il torace stretto, i muscoli poco tonici, il ventre rotondo, tanto da far ipotizzare che lo scultore non abbia costruito un nudo ideale ma abbia ritratto un giovane e sensuale modello.

Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Particolare del busto e del ventre.

Lo aveva già notato Vasari, che nelle sue Vite scrisse: «la quale figura è tanto naturale nella vivacità e nella morbidezza che impossibile pare agli artefici che ella non sia formata sopra il vivo». Proprio l’anatomia del David dimostra che l’antico non rappresentò mai un modello assoluto per Donatello, ossia una via maestra da seguire ad ogni costo. Un grande artista poteva infatti permettersi di reinterpretare l’arte greco-romana a suo gusto.

David di Donatello e David di Michelangelo a confronto.

Il David di Donatello è, dal 1956, anche un premio cinematografico prestigioso (il cosiddetto “Oscar italiano”), che prende il nome proprio dal capolavoro donatelliano, riprodotto nella statuetta assegnata ai vincitori delle diverse categorie durante la cerimonia di premiazione.

Premiazione ai David di Donatello, scenografia.


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  1. Donatello non avrebbe avuto l’ardire di presentare un nudo maschile in un momento storico in cui il fanatismo religioso dettava addirittura la distruzione di opere d’arte che rappresentavano esseri umani discinti. Lionardo quattordicenne ne è l’autore e rappresenta il suo primo autoritratto commissionato al Verrocchio dal “Gottoso” nel 1470 quando il ragazzo operava a bottega del Verrocchio. Successivamente Lionardo eseguì due anni dopo un secondo autoritratto attribuito al Verrocchio. Questi due autoritratti furono eseguiti sul disegno di un “David” precedente che il genio eseguì e che fece parte della collezione del castello di Windsor. Lo stesso disegno fu utilizzato da Michelangelo, dopo aver tentato di estrarne un disegno preparatorio per il suo David di pietra. Non riuscendo nell’intento ritornò sul bozzetto di Lionardo e su quello scolpì il suo David di pietra che, senza il supporto del tronchetto alla base della gamba destra, sarebbe crollato al suolo non avendo tenuto conto della verticalità ( vaschetta gola e piede d’appoggio).

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