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Il David di Michelangelo
Il gigante di marmo del genio del Rinascimento.
Autore: Giuseppe Nifosì Pubblicato in L’età rinascimentale: il Cinquecento – Data: Agosto 31, 2020 1 commento 9 minuti
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Il David è una monumentale scultura in marmo (alta più di 4 metri) realizzata da Michelangelo Buonarroti (1475-1564), genio indiscusso del Rinascimento, tra il 1501 e il 1504. I sovrintendenti dell’Opera del Duomo di Firenze avevano chiesto al giovane artista di scolpire un enorme blocco di marmo, malamente intaccato quarant’anni prima, nel 1464, dallo scultore Agostino di Duccio.

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Una sfida vinta

Statue colossali non se ne facevano più dall’antichità. L’impresa era davvero ardua. Infatti, Agostino, che pure era un ottimo scultore, aveva fallito il primo tentativo. Nel 1476 ci riprovò Antonio Rossellino, ma rinunciò anch’egli, dopo aver, probabilmente, peggiorato la situazione. Il blocco rimase abbandonato nel cantiere di Santa Maria del Fiore. Nessuno si sentì più di accettare la sfida. A quanto ne sappiamo, quel marmo era considerato troppo alto e stretto e presentava già una forma antropomorfa. Inoltre, era fragile e di scarsa qualità, con numerose fenditure e fori. Insomma, chi vi metteva mano rischiava di compromettere reputazione e carriera.

Michelangelo, David, 1501-4. Marmo, altezza 4,34 m. Firenze, Galleria dell’Accademia.

Nel 1501, Michelangelo, che all’epoca aveva solo 26 anni ma aveva già stupito l’Italia intera con la sua Pietà, decise di cimentarsi nell’impresa e completò l’opera dopo tre anni di duro lavoro, rintanato nel piccolo cantiere che aveva creato, per l’occorrenza, innalzando un muro tutto attorno al blocco. Quando la scultura venne rivelata ai Fiorentini, lo stupore e l’entusiasmo furono incontenibili, anche tra gli umanisti, gli storici e gli eruditi.

Pomponio Gaurico, nel 1504, scrisse che Michelangelo andava considerato tra i maggiori scultori viventi. E Benedetto Varchi dichiarò che, grazie a quella scultura, la Firenze moderna vinceva perfino sull’antica Roma. I Fiorentini tutti giudicarono l’opera superiore ad ogni scultura antica e moderna, nonché l’incarnazione stessa della Fortezza e dell’Ira, simboli civici della giovane Repubblica fiorentina di cui Michelangelo era un convinto sostenitore.

Michelangelo, David, 1501-4. Particolare.

L’ubicazione

La statua era inizialmente destinata ad uno degli sproni absidali della cattedrale. In seguito, una commissione composta da 14 artisti (tra cui Botticelli e Leonardo) decise di collocarla davanti a Palazzo Vecchio. La scultura, posta all’interno di una gabbia lignea e appesa a un argano in modo che non toccasse terra, venne trasportata in quattro giorni da piazza Duomo a piazza della Signoria, da più di quaranta uomini che fecero scorrere l’impalcatura su travi unte di grasso: un’operazione difficilissima e rischiosissima.

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Nel 1521, durante la rivolta che diede vita alla terza Repubblica, alcune panche lanciate dalle finestre del Palazzo colpirono il capolavoro di Michelangelo, mandando in pezzi il braccio sinistro. Si dovette aspettare il 1543 prima che la scultura venisse restaurata. Nel 1882, essa venne trasferita all’interno della Galleria dell’Accademia e al suo posto, nel 1910, fu sistemata una copia in marmo.

Il soggetto

David (o Davide) è un personaggio storico vissuto nel X secolo a.C., dai tratti ancora oggi piuttosto incerti. Secondo il testo veterotestamentario (Primo Libro di Samuele, 17), era un giovane pastore di sedici anni appartenente alla tribù di Giuda, divenuto citarista (suonatore di cetra) e scudiero del re d’Israele, Saul. Durante la guerra fra il popolo d’Israele e i Filistei, Golia, un gigante dell’esercito nemico, temutissimo per la sua forza e le sue dimensioni, sfidò le schiere israelite a trovare un solo uomo disposto ad affrontarlo in duello. Dopo quaranta giorni, David fu l’unico a offrirsi volontario.

Recatosi da solo e praticamente disarmato sul luogo concordato, prima che Golia gli si avvicinasse troppo David riuscì a tramortirlo, colpendolo in fronte con un sasso scagliato per mezzo di una fionda; poi lo decapitò, usando la stessa spada del nemico. David è tradizionalmente raffigurato come un ragazzo malvestito o seminudo, con la testa di Golia in mano o ai piedi. Così lo presentarono già altri scultori del Rinascimento, tra cui Donatello e Verrocchio.

Donatello, David bronzeo, 1440 ca. Bronzo, altezza 1,58 m. Firenze, Museo Nazionale del Bargello.
Verrocchio, David, 1472-75. Bronzo, altezza 1,26 m. Firenze, Museo Nazionale del Bargello.

Una nuova iconografia

Michelangelo rinnovò radicalmente l’iconografia tradizionale dell’eroe biblico: non più un adolescente che tiene ai piedi la testa appena mozzata del nemico ma un giovane uomo, forte e vigoroso, completamente nudo, immaginato in un momento di intensa concentrazione prima dello scontro con il gigante Golia.

Michelangelo, David, 1501-4. Particolare.

La testa è coperta da una folta capigliatura a ciocche di riccioli che ricorda gli antichi ritratti romani, mentre lo sguardo, reso intensissimo dalle sopracciglia aggrottate, scruta l’orizzonte in attesa del nemico. La bocca, dalle labbra nettamente contornate, è contratta in una smorfia di sdegno. Il collo, a causa della rotazione, tira muscoli e tendini, tutti rappresentati con una competenza anatomica sbalorditiva, considerati i tempi e l’età dell’artista.

Michelangelo, David, 1501-4. Particolare del volto.
Michelangelo, David, 1501-4. Particolare del volto.
Michelangelo, David, 1501-4. Particolare del volto.

Il torace e le braccia

Il torace, le braccia, la schiena, i glutei del giovane eroe ostentano una vigorosa muscolatura. Il braccio destro è steso lungo il corpo con i muscoli tesi e le vene in rilievo, giacché la mano stringe con forza il sasso; il sinistro è invece piegato a tenere la fionda sulla spalla. Le dita sono lunghe e virili, le unghie grandi, come piacevano a Michelangelo.

Michelangelo, David, 1501-4. Particolare del busto.
Michelangelo, David, 1501-4. Particolare della mano sinistra.
Michelangelo, David, 1501-4. Particolare della mano destra.
Michelangelo, David, 1501-4. Particolare della mano destra.

La figura ponderata scarica il peso sulla gamba destra, mentre la sinistra risulta libera e leggermente piegata. Il piccolo tronco d’albero, che si scorge dietro la gamba destra dell’eroe biblico, ha solo il compito di allargare la base di appoggio della figura e di garantirne una maggiore stabilità.

Aurelio Amendola, David, 2001.
Aurelio Amendola, David, 2001.
Aurelio Amendola, David, 2001.

Un capolavoro classicistico

Apparentemente, il David è un capolavoro di statuaria classica; egli ha infatti il più bel corpo apollineo scolpito dall’età dell’Ellenismo. È ponderato: infatti, assume una posizione ancata (che comporta una flessione dell’anca), scaricando il peso sulla gamba destra mentre la sinistra risulta libera e leggermente piegata. In questo, l’opera di Michelangelo segue un consolidato modello classico, ben esemplificato dal Doriforo di Policleto.

Policleto, Doriforo, copia antica da un originale in bronzo del 450-445 a.C. Marmo, altezza 2,12 m. Napoli, Museo Archeologico nazionale.

Come il capolavoro antico, il David presenta il chiasmo (dalla lettera greca x, chi), quella corrispondenza inversa degli arti per cui la gamba destra è tesa, come il braccio sinistro, mentre la gamba sinistra è in riposo come il braccio destro. Pur avendo tendenzialmente seguito il modello greco, Michelangelo non volle rispettare alla lettera le norme sulle proporzioni della figura umana ideale, canonizzate da Policleto: la vigorosa testa riccioluta e le mani dalle vene pulsanti del suo David appaiono, per esempio, un po’ più grandi del normale. Se la testa del David fosse adottata come modulo proporzionale, l’altezza dell’eroe supererebbe di poco i 7 moduli, senza raggiungere gli 8, come nel caso del Doriforo.

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La simbologia

Si tratta, probabilmente, di una scelta di natura simbolica: la testa rappresenta la ragione, mentre le mani sono lo strumento con cui la ragione opera. Sono state tuttavia formulate altre ipotesi a riguardo. Alcuni studiosi ritengono che Michelangelo avesse preso a modello un giovane e aitante fiorentino dal fisico atletico, senza correggere le proporzioni ancora in fieri di un corpo adolescente e, come tale, in via di formazione. Altri invece pensano che lo scultore avesse tenuto conto che la testa di David, vista dal basso, sarebbe apparsa più piccola del normale, per effetto della distorsione prospettica, e che quindi l’accentuata dimensione del capo fosse finalizzata a ottenere una correzione ottica.

Michelangelo, David, 1501-4. Particolare.
Aurelio Amendola, David, 2001.
Aurelio Amendola, David, 2001.

Un simbolo del Rinascimento

Se l’atleta di Policleto, simbolo della statuaria classica, è l’espressione di un’idea assoluta di bellezza, il giovane David di Michelangelo è un eroe straordinariamente bello eppure pienamente umano, reale, più impetuoso e proprio per questo meno sicuro di sé. In questo senso, ricorda molto il San Giorgio di Donatello.

Donatello, San Giorgio, 1416- 20. Marmo, 209 x 67 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello.

Come il santo donatelliano, David sa incarnare gli ideali del Rinascimento fiorentino; e tuttavia non è un eroe trionfante: egli non ostenta il simbolo della sua vittoria, non è mostrato nello sforzo della lotta, è invece teso e concentrato e accumula una tensione che sembra poter esplodere da un momento all’altro, liberandosi nell’immediatezza fulminea di un gesto. Nel capolavoro michelangiolesco, la “potenzialità di moto” classica – tipica della statuaria policletea – si traduce in trattenuta violenza, bene espressa da pochi, fondamentali dettagli, come la flessione del polso, le vene pulsanti, i muscoli tesi, lo scatto della testa, la concentrazione dello sguardo, le sopracciglia aggrottate.

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La bellezza del David, unita all’energia sprigionata dal suo corpo nudo, è funzionale a esprimere prima di tutto la dignità e la potenza morale dell’uomo, a trasformarlo nella rappresentazione simbolica di un concetto, di un’idea incarnata nella Storia.

Michelangelo, David, 1501-4. Foto scattata durante una operazione di pulitura. L’immagine aiuta a percepire correttamente le dimensioni della scultura.
Michelangelo, David, 1501-4. Foto scattata durante una operazione di pulitura. L’immagine aiuta a percepire correttamente le dimensioni della scultura.


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