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Un soggetto assai ricorrente nell’arte del Rinascimento è David, l’eroe biblico che nel XV e XVI secolo venne eletto a simbolo di virtù civiche. Il David del Verrocchio.
David (o Davide) fu, secondo gli studiosi, un personaggio storico vissuto nel X sec. a.C., i cui tratti, tuttavia, restano ancora oggi piuttosto incerti. Presentato come patriarca ed eroe dall’Antico Testamento, la sua figura è stata certamente mitizzata. Secondo il testo veterotestamentario (Primo Libro di Samuele, 17), David era un giovane pastorello appartenente alla tribù di Giuda, diventato citarista (suonatore di cetra) e scudiero del re d’Israele, Saul. Durante la guerra fra Ebrei e Filistei, Golia, il comandante nemico temutissimo per la sua forza e le sue dimensioni, sfidò le schiere israelite a trovare un solo uomo disposto ad affrontarlo in un duello.
Dopo quaranta giorni, David fu l’unico ad offrirsi volontario. Recatosi da solo e praticamente disarmato sul luogo concordato, prima che Golia gli si avvicinasse troppo David riuscì a tramortirlo, colpendolo in fronte con un sasso scagliato per mezzo di una fionda; poi lo decapitò, usando la stessa spada del nemico. Divenuto per questo generale di re Saul, poi suo genero e infine re egli stesso, intorno al 1000 a.C. egli trasferì la capitale del regno ebraico a Gerusalemme, da lui conquistata, che da allora fu chiamata “città di David”. Suo figlio secondogenito, Salomone, sarebbe diventato nel 961 a.C. uno dei più grandi sovrani di Israele.
David è tradizionalmente raffigurato come un ragazzo malvestito o nudo, con la testa di Golia in mano o ai piedi. Donatello realizzò ben due statue con questo soggetto; celeberrimo è il David di Michelangelo. Nel Seicento, lo rappresentò il Bernini in una scultura e Caravaggio in diversi quadri.
Tra i David quattrocenteschi è da ricordare anche quello di Andrea del Verrocchio (1435-1488), maestro di Leonardo da Vinci.
L’opera è una scultura bronzea alta poco più di un metro. Fu eseguita dall’artista tra il 1472 e il 1475 per la famiglia Medici, probabilmente per il giovane Lorenzo il Magnifico. Agli inizi del Seicento faceva parte delle raccolte granducali degli Uffizi; dal 1870 è esposta nel Museo Nazionale del Bargello a Firenze.
Questo capolavoro ebbe l’ambizione di gareggiare, per eleganza e pregevole fattura, con il David bronzeo di Donatello, pur senza riuscire a eguagliarne la complessità psicologica. L’opera, tuttavia, è di una bellezza straordinaria. Si ritiene che Verrocchio chiese al giovanissimo Leonardo di fargli da modello.
Nell’interpretazione di Verrocchio, David, appena adolescente, ha un corpo snello ma scattante; le sue vene stanno ancora pulsando per il terribile sforzo compiuto.
Non è nudo ma abbigliato come un paggio di corte, con una tunica corta, aperta sul petto e retta da due spalline. Alti calzari arrivano fino a metà gamba e lasciano scoperte le dita dei piedi.
Il corpo ponderato, dolcemente ancheggiante sulla propria destra, è bilanciato alla sinistra dal braccio appoggiato in vita e dalla testa girata dalla stessa parte. La gamba portante è quella destra, mentre la sinistra è leggermente flessa e arretrata. Il braccio destro tiene la spada (sostituita nel XVIII secolo dopo che fu perduto l’originale) che si proietta nello spazio.
L’espressione del viso, dal sorriso appena abbozzato, esprime una adolescenziale spavalderia, la gagliarda soddisfazione di chi è consapevole di aver compiuto qualcosa di straordinario. Un casco di capelli ricci e ribelli incornicia il bel volto del ragazzo. Un eccellente restauro ha riportato in luce la doratura dei capelli, della veste e dei calzari.
Il giovane presenta ai piedi la testa del gigante Golia. Questa è separata dalla statua e difatti, talvolta, viene leggermente spostata.
Estremamente cestiali ; tutti !