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Le artiste 6. Camille Claudel
Una scultrice di talento.
Autore: Giuseppe Nifosì Pubblicato in Postimpressionismo e Simbolismo – Data: Dicembre 2, 2019 1 commento 3 minuti
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Camille Claudel (1864-1943), scultrice francese, mostrò fin da bambina una spiccatissima predisposizione alla scultura, cominciando a modellare l’argilla già all’età di sei anni. Nonostante la ferrea opposizione della madre, sconcertata per questa insolita vocazione di Camille, da ragazza decise di studiare a Parigi, presso la progressista Accademia Colarossi, che accettava studentesse e permetteva loro di dipingere modelli maschili nudi. Qui, nel 1883, Camille conobbe il grande scultore Auguste Rodin (1840-1917), che fu suo insegnante e con il quale, nonostante la differenza di età (lei aveva 19 anni e lui 43), e nonostante lui fosse da tempo legato a un’altra donna, che mai avrebbe lasciato, intrecciò una lunga, tumultuosa e passionale relazione, durata sedici anni.

Rodin e Claudel in due foto d’epoca.

Lo scultore elevò Camille, diventata sua collaboratrice, a modella e musa; la giovane donna, per conto suo, fiorì, come artista, abbracciando il simbolismo del suo compagno ma nutrendolo di proprie, poetiche suggestioni. Lo stile di vita della Claudel, troppo anticonformista e controcorrente per la società perbenista dell’epoca, segnò fatalmente la sua esistenza. Colpevole soprattutto di essersi opposta al destino di moglie e madre riservato a tutte le giovani perbene, nel 1913, per iniziativa della famiglia, venne internata forzatamente in manicomio, dove rimase rinchiusa per trent’anni, fino alla morte, nella solitudine e nell’abbandono.

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Camille Claudel al lavoro, in una foto del 1887.

Due capolavori

Tra i capolavori di Camille Claudel spicca Il valzer, opera probabilmente ispirata dall’intensa amicizia nata fra l’artista e il compositore Claude-Achille Debussy, uno dei massimi protagonisti del simbolismo musicale. Un uomo e una donna, stretti in un abbraccio amoroso, si abbandonano a un valzer appassionato. La musica sembra trascinarli quasi fosse un vento impetuoso. Di quest’opera, la Claudel realizzò varie versioni tra il 1889 e il 1905, alcune delle quali inizialmente modellate in gesso e successivamente fuse in bronzo. Il soggetto fu giudicato troppo sensuale e destò scandalo: l’uomo è infatti completamente nudo e la donna coperta solo da una gonna lunga e fluttuante.

Camille Claudel, Il valzer, 1889-90. Bronzo. Parigi, Museo Rodin.
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Camille Claudel, Il valzer, 1889-90. Particolare.

L’Età matura fu realizzata in gesso nel 1895, quando il rapporto fra Camille e Rodin andò in crisi. La prima fusione risale al 1902. L’opera affronta il tema, autobiografico e universale a un tempo, della fine di un amore. Una donna, in cui riconosciamo l’artista, nuda e implorante si protende in avanti nel tentativo di trattenere l’amato, che si allontana da lei, trascinato dall’anziana figura dell’Età. I critici del tempo, tuttavia, interpretarono l’opera come «la rappresentazione simbolica del Destino, in cui l’uomo anziano viene strappato dall’amore, dalla giovinezza e dalla vita».

Camille Claudel, L’Età matura (L’Age mûr), 1895-1902. Bronzo, 114 x 163 x 72 cm. Parigi, Museé D’Orsay.

Camille Claudel, L’Età matura (L’Age mûr), 1895-1902. Particolare.


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