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Giovanni Boldini

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Nel gruppo internazionale di artisti legati, più o meno strettamente, al movimento impressionista vanno annoverati anche alcuni pittori italiani, tra cui il ferrarese Giovanni Boldini (1842-1931). Questo raffinatissimo artista compì la sua formazione a Firenze, dove fu amico dei macchiaioli Fattori, Borrani e Signorini. Non entrò mai, ufficialmente, a far parte del gruppo toscano: troppo diversi i suoi interessi artistici e personali. Boldini era infatti un affezionato frequentatore dei salotti eleganti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia fiorentina. A Parigi, in occasione di un primo viaggio compiuto nel 1867, conobbe Manet, Degas e Sisley. Affascinato dal mondo francese della Belle Époque, Boldini decise di trasferirsi definitivamente nel 1871.

Giovanni Boldini, Ritratto di Elizabeth Wharton Drexel, 1905. Olio su tela, 219 x 120 cm, The Elms (Preservation Society of Newport), Newport, Rhode Island, U.S.

Diventato un ricercatissimo ritrattista à la mode, iniziò ad esporre al Salon con una certa regolarità. Sono soprattutto i ritratti di aristocratiche signore a caratterizzare la sua produzione: donne elegantissime, magre e flessuose, consapevoli del loro fascino e della capacità di seduzione, intelligenti e colte, ciniche e spregiudicate quel tanto che bastava.

Giovanni Boldini, Ritratto di Mademoiselle Lanthelme, 1907. Olio su tela, 2,27 x 1,18 m. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

Scrisse Bernard Berenson alla metà del Novecento: «Era un artista ultra chic, in suo modo particolare, specialmente quando ritraeva lungiformi signore dell’alta società internazionale che appaiono dipinte come sotto un vetro traslucido.

Giovanni Boldini, Ritratto di donna Franca Florio, 1924. Olio su tela, 221 x 119 cm. Collezione privata.

Esperto di quel mondo e della letteratura francese che lo ha rappresentato, interpretava molto bene la più alta eleganza femminile in un’epoca in cui era anche troppo rivestita dagli artifici dei sarti e delle modiste, figurativamente legata in pose ambigue che stanno tra il salotto e il teatro. Ma quei ritratti hanno un forte potere d’incanto».

Giovanni Boldini, Ritratto della principessa Marthe-Lucile Bibesco, 1911. Olio su tela, 183 x 120 cm. Collezione privata.

Tra le più celebri donne della Belle Époque ritratte da Boldini, ricordiamo la “divina” Marchesa Luisa Casati Stampa, personaggio divenuto famoso tanto per il suo fascino quanto per la sua eccentricità e la sua spregiudicatezza. Una vera icona glamour per i suoi tempi, anche grazie ai fastosissimi vestiti e agli animali esotici, tra cui ghepardi, che portava con sé.

Giovanni Boldini, Ritratto della Marchesa Luisa Casati con un levriero, 1908. Olio su tela, 253,4 x 140,4 cm. Collezione privata.

Boldini e la marchesa si conobbero nel 1908 a Venezia, dove la dama aveva una prestigiosa residenza e dove usava passeggiare completamente nuda, sotto un mantello di pelliccia, accompagnata da un servitore che reggeva una torcia. Fu anche l’amante di D’Annunzio. A causa del suo stile di vita esagerato, accumulò così tanti debiti da finire in miseria. Boldini la ritrasse in varie occasioni, sia con il suo amato levriero, sia con un appariscente vestito ricoperto di penne di pavone.

Giovanni Boldini, Ritratto della Marchesa Casati Stampa con piume di pavone, 1912-14. Olio su tela, 130 x 176 cm. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
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