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Armando Testa (1917-1992), torinese, è stato uno dei più talentuosi e ammirati pubblicitari italiani. Disegnatore e cartoonist amabilmente ironico e scanzonato, regista, pittore, scultore, architetto, perfino giornalista, Testa si è distino per il minimalismo del suo segno grafico e per l’immediatezza comunicativa delle sue tag-lines, ossia quelle frasi, brevi e dirette, legate al prodotto pubblicizzato, che richiamano sinteticamente la vocazione dell’azienda. L’agenzia da lui creata, il Gruppo Armando Testa, è ancora oggi fra le prime in Italia, per fatturato e attività.
Le più famose pubblicità di Testa, vere e proprie icone della cultura visiva italiana, risalgono agli anni Sessanta e Settanta del XX secolo: ricordiamo solo quelle per il digestivo Antonetto, la birra Peroni, i televisori Philco, l’olio Sasso, l’aperitivo Punt e Mes, la carne in scatola Simmenthal. Celebri i suoi personaggi, come Caballero, bizzarro pistolero messicano, e Carmencita, sua innamorata, protagonisti di un famoso Carosello (oggi diremmo spot) televisivo per il caffè Paulista della Lavazza, e Pippo, ippopotamo blu dei Caroselli Lines, amatissimo dai bambini di quegli anni.
L’indiscutibile qualità delle immagini pubblicitarie di Testa è senza dubbio legata alla sua formazione e parallela attività di artista. «Fai grande il segno, non c’è differenza tra arte e pubblicità», amava ripetere. Le sue invenzioni grafiche sono una diretta emanazione delle sperimentazioni condotte pochi anni prima dalle Avanguardie storiche, in primis Astrattismo e Dadaismo, ma anche dal surrealismo e dalla Pop Art americana, reinterpretate e rivitalizzate con una formidabile capacità visionaria.
Ritroviamo, nelle immagini di Testa, forme, suggestioni e intuizioni dei grandi maestri del Novecento, dai quali l’artista-pubblicitario ha tratto, in un dialogo costante, un multiforme campionario di temi formali tradotti, tuttavia, in una personalissima cifra stilistica. Fonte per lui di ispirazione furono soprattutto Mondrian e Malevič, dai quali ereditò l’amore per l’astrazione geometrica: Caballero e Carmencita sono infatti ricavati da semplici coni di carta; Papalla, il pupazzo ideato per Philco, è sferico; l’immagine per il vermut Punt e Mes è composta da una sfera e da una semisfera scarlatte.
È, quest’ultima, una efficacissima traduzione visuale, tridimensionale, dello slogan: “un punto di amaro e mezzo di dolce” e, nel contempo, una suggestiva immagine astratta degna di essere accolta, ancora oggi, in un grande museo di arte contemporanea.