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La Madonna del Magnificat è un dipinto realizzato dal grande pittore rinascimentale Sandro Botticelli (1445-1510) intorno al 1481, quindi poco prima di recarsi a Roma per realizzare alcuni affreschi della Cappella Sistina.
In questa tavola, di ignota committenza e oggi agli Uffizi, una bionda Madonna, seduta su un trono dorato, tiene il Bambino in braccio, intrattenendolo con una melagrana, frutto legato alla sua immagine, mentre un angelo le regge un libro, un altro le porge il calamaio e altri due la incoronano regina del cielo ponendole sul capo una corona di stelle, essendo la stella un attributo specifico della Vergine.
Dall’alto il sole, tradizionalmente metafora di Dio padre, la irradia di raggi dorati, in segno di divina investitura; sullo sfondo, si intravede un sereno paesaggio fluviale. Sotto dettatura del piccolo Gesù, Maria scrive le parole evangeliche del Magnificat, la preghiera che dà il nome all’opera e che si ispira alle parole («L’anima mia magnifica il Signore…», Vangelo di Luca , 1, 46-55) che Maria formulò in occasione della sua visita a Elisabetta, la quale la salutava come “madre del Signore”. Prende il nome dall’ incipit della versione latina: «Magnificat anima mea Dominum».
Il testo che s’intravede sulla pagina sinistra è stato invece identificato con il canto profetico di Zaccaria, marito di Elisabetta e padre di Giovanni Battista, che celebra la nascita del Battista, patrono di Firenze. Tutte le figure del quadro assecondano la forma circolare della tavola, creando un sottile e complicato sistema di moti e di incontri. Gli angeli, privi di ali, appaiono come giovani paggi di corte, proponendo, a causa delle loro sembianze ambigue (di uomo e di donna insieme) un modello di bellezza androgino.
Magnifico, tutto Botticelli