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La Basilica di Santa Maria del Fiore, cattedrale di Firenze, è uno dei capolavori architettonici medievali più illustri d’Europa, per l’arditezza delle sue strutture, per la sontuosità delle sue decorazioni e per l’autorevolezza della sua storia. Per questo, assieme ad altri monumenti del centro storico fiorentino, è stata riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’Unesco, nel 1982. È la quinta chiesa d’Europa per grandezza, dopo San Pietro a Roma, San Paolo a Londra, la Cattedrale di Siviglia e il Duomo di Milano.
Progettata per contenere 30.000 persone, è lunga infatti 153 metri per una larghezza di 38 mentre l’altezza delle volte raggiunge i 45 metri; è larga 90 metri al transetto della crociera e anche il dislivello dal pavimento alla cima della cupola interna è di circa 90 metri. Un po’ come dire che dentro la navata centrale si potrebbe costruire un edificio di 15 piani, mentre sotto la cupola un grattacielo di 30.
Nel 1285, a Firenze, si stabilì di ampliare l’antica e oramai fatiscente cattedrale di Santa Reparata, risalente al VI secolo, che tra il IX e l’XI secolo era stata sostituita, nelle sue funzioni, dal Battistero. Il progetto fu affidato all’architetto e scultore Arnolfo di Cambio (XIV secolo), il quale pose la prima pietra nel 1296. La nuova cattedrale sarebbe stata dedicata alla Madonna e battezzata, nel 1412, Santa Maria del Fiore (un chiaro riferimento al giglio dello stemma di Firenze). Venne consacrata il 25 marzo del 1436. La costruzione dell’edificio durò quasi due secoli, escludendo la realizzazione dell’attuale facciata che risale invece all’Ottocento.
La chiesa attuale non è fedelissima al progetto originario di Arnolfo (morto intorno al 1301), che fu ampliato e in parte modificato dall’architetto e scultore Francesco Talenti (1300 ca.1369) prima e dall’architetto Lapo Ghini (XIV secolo) poi. La generale concezione arnolfiana fu tuttavia rispettata. Un affresco della seconda metà del Trecento, la Chiesa militante, ci mostra quale aspetto avrebbe dovuto assumere la nuova cattedrale, così come l’avevano immaginata Arnolfo di Cambio e Francesco Talenti: un corpo longitudinale innestato a un vano ottagonale coperto a cupola.
La pianta presenta un corpo longitudinale, a tre navate con quattro campate, che si innesta in un ampio vano ottagonale simile, per forma e dimensioni, al vicino Battistero romanico. Tre lati dell’ottagono si aprono in altrettanti nicchioni, coronati a loro volta da cappelle.
Questo progetto è frutto di un’acuta riflessione di Arnolfo sull’architettura classica: la forma ottagonale è infatti di origini tardoantiche, mentre il tema dell’innesto di un corpo longitudinale con uno centrico richiama il Pantheon di Roma.
L’interno appare ampio e grandioso, grazie alle crociere ogivali sostenute da possenti pilastri compositi. La massiva sobrietà delle strutture disadorne richiama certamente la tradizione romanica; tuttavia, è senza dubbio gotico il gioco dei pilastri collegati dagli archi a sesto acuto; allo stesso modo, sono gotiche le cappelle a raggiera e le alte finestre a bifora.
Nel 1334 iniziarono i lavori per il campanile. Della progettazione di questa magnifica torre fu incaricato un pittore, Giotto. L’artista, considerato expertus et famosus, fu anche nominato architetto e responsabile della fabbrica del Duomo: era la prima volta nella storia che venivano affidate a un pittore responsabilità di cantiere così importanti.
La torre, separata dal corpo della chiesa, è a pianta quadrata e presenta una struttura compatta, rinforzata agli angoli da robusti contrafforti a sezione ottagonale. La sua costruzione, che alla morte di Giotto era giunta alla prima cornice, fu continuata da Andrea Pisano e terminata nel 1357 da Francesco Talenti e Neri di Fioravante. All’esterno, sia la cattedrale sia il campanile presentano un rivestimento in marmi policromi (bianco, verde e rosso), con un disegno più raffinato nella torre (secondo gli intenti di Giotto) e più essenziale nelle pareti del Duomo, a imitazione del motivo a bande che decora il Battistero.
Un disegno cinquecentesco, conservato al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, ci mostra l’aspetto della facciata originaria, forse progettata e iniziata dallo stesso Arnolfo, poi lasciata interrotta e successivamente distrutta nel Rinascimento, con l’idea (mai realizzata) di ricostruirla secondo il gusto del tempo. I tre portali principali del Duomo erano preceduti da protiri archiacuti; i contrafforti, scavati da edicole, erano stati trasformati in tabernacoli per le statue; grandi nicchie a tutto sesto svuotavano le pareti. All’articolazione delle masse, Arnolfo preferì chiaramente la scansione ritmica dei vuoti, colmati dai volumi delle figure scolpite.
La facciata attuale di Santa Maria del Fiore non è quindi gotica ma neogotica: venne infatti realizzata nel XIX secolo. Alla fine dell’Ottocento, in Italia, si bandirono dei concorsi per completare alcuni famosi monumenti medievali rimasti incompiuti: San Petronio a Bologna, il Duomo di Milano, il Duomo di Amalfi. Nel 1864, a Firenze, si decise di realizzare la facciata della cattedrale arnolfiana, che fu poi eretta, fra il 1880 e il 1888, su disegno di Emilio de Fabris (1807-1883), il quale non la vide mai completa, perché morì prima del termine dei lavori, proseguiti da Luigi del Moro.
La struttura, a marmi policromi, vuole armonizzarsi cromaticamente sia con i prospetti laterali del Duomo sia con gli edifici vicini, cioè il campanile e il battistero. La modernità della facciata, che nel complesso è quasi perfettamente armonizzata con il resto della chiesa, è tradita solo dalla sovrabbondante presenza di decorazioni. Si coglie inoltre, rispetto ai fianchi della cattedrale, una maggiore presenza di marmo “rosso di Siena”, scelto per motivi patriottici: l’idea era quella di legare la facciata al tricolore dell’Italia appena riunificata.
ho trovato molto utile questo riassunto della Cattredale. Ben strutturao e con le cose essenziali.
Sono molto contento che le sia piaciuto. Scrivere di storia dell’arte non è un mestiere semplice: bisogna presentare il cuore dei problemi senza divagare e rendere accessibile la complessità degli argomenti.
Ottima presentazione. Non era facile sintetizzare una storia così complessa in modo chiaro e completo in un breve articolo. Grazie
Grazie mille per l’apprezzamento!
Che sito meraviglioso e quanta cura nella spiegazione (scritta e orale). Complimenti