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La Nike di Samotracia
Dea della vittoria, simbolo di libertà.
Autore: Giuseppe Nifosì Pubblicato in La civiltà greca – Data: Ottobre 28, 2019 6 commenti 2 minuti
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La Nike di Samotracia è uno dei più celebri capolavori greci di età ellenistica. Fu probabilmente scolpita a Rodi, all’inizio del II sec. a.C. È stata attribuita allo scultore Pitòcrito, sulla scorta di una iscrizione rinvenuta sul basamento che conteneva il suo nome. Sappiamo, inoltre, che Pitòcrito fu molto attivo a Rodi. Nike era una delle divinità greche; figlia del titano Pallante e della ninfa Stige, personificava la vittoria (bellica e sportiva). Veniva raffigurata come una giovane donna alata, vestita con un leggero chitone.

Pitocrito (attribuita), Nike di Samotracia, inizio del II sec. a.C. Marmo, altezza 2,45 m. Parigi, Musée du Louvre. Visione laterale.

La statua, oggi priva di testa e di braccia, fu ritrovata nel 1863 dall’archeologo francese Charles Champoiseau. Era un tempo collocata nel santuario dei Cabiri (enigmatiche divinità dell’Oltretomba) sull’Isola di Samotracia, alla sommità di un paesaggio di pietra ed entro il bacino di una fontana sacra. Commemorava una vittoria navale riportata dagli abitanti di Rodi alla fine del III sec. a.C.: un evento che quasi certamente ella annunciava con il braccio destro alzato, come sembrerebbe confermare il recente ritrovamento della mano destra aperta. Il braccio sinistro, lasciato libero, si contrapponeva all’altro, come a contrastare la spinta del vento.

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Pitocrito (attribuita), Nike di Samotracia, inizio del II sec. a.C. Marmo, altezza 2,45 m. Parigi, Musée du Louvre. Visione frontale.
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Esempio mirabile di statuaria collocata all’aria aperta, la Nike era stata concepita per una visione di tre quarti, ed era pienamente valorizzata dalla sua collocazione. La dea è raffigurata mentre spicca il volo dalla prua di una nave: ha infatti una gamba fortemente avanzata, l’altra arretrata. L’energica torsione del busto vuole opporsi al forte vento contrario che le agita la veste. Il panneggio che, gonfio e fluttuante, presenta straordinari effetti di leggerezza e trasparenza, risolve arditamente e brillantemente il problema dell’effetto di moto e conferisce alla figura quel senso ineguagliato di aerea leggerezza che la fa librare nello spazio.

Pitocrito (attribuita), Nike di Samotracia, inizio del II sec. a.C. Particolare della veste e delle ali.
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La Nike di Samotracia nella sua collocazione attuale, in cima a una scalinata del Louvre.

L’età ellenistica Marmo Musée du Louvre


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  1. La Nike è una statua in cui l’autore riesce a scllpire sul marmo un tessuto bagnato con effetto di trasparenza e leggerezza. Si erge su un basamento che ricorda la prua di una nave. Il corpo è verticale e le ali oblique posteriori sembrano favorire la spinta in avanti della figura. Il braccio destro è posto in basso mentre il sinistro è alzato.
    È una statua scolpita per commemorare le vittorie riportate dalla flotta di Rodi e rappresenta la vittoria in guerra.

  2. La dea Nike è uno dei capolavori più belli dell’arte Ellenistica fatta dallo scultore Pitocrito. Simboleggiava potenza e libertà, purtroppo oggi è priva di testa e braccia, ma rimane comunque un’opera stupenda. Inoltre si può notare l’aderenza dell’abito che indossa la dea, questa prospettiva è fondamentale perché da proprio l’idea della dea che passa in mezzo alla tempesta con il vento che le fa aderire il vestito al corpo.

  3. la Dea Nike era segno di vittoria e simbolo di libertà venne scolpita da Pitricrito, era rappresentava molto giovane con delle ali e con un leggero chetone. Oggi non ha più ne la testa ne le braccia. La statua fu ritrovata nel 1863 da un archeologo francese.
    La statua era stata fatta per ricordare la vittoria dagli abitanti di Rodi in una battaglia navale.

    1. Bisogna visitare il sito archeologico dell’isola di Samotracia per meglio comprendere il valore sacrale della Nike e la sua potente e vertiginosa bellezza.

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