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Il simbolo per eccellenza dell’intera età del Gotico è certamente la cattedrale: testimonianza di fede religiosa, orgoglio borghese e sviluppo economico, questo edificio non era un simbolo solo della Chiesa ma della comunità tutta, che a vari livelli partecipava alla sua realizzazione. Notre Dame di Parigi.
La storia dell’architettura non si fa certo con le cifre, ma nel caso del Gotico i dati sono impressionanti. Come ha osservato lo studioso del Medioevo Jean Gimpel, «nel corso di tre secoli, dal 1050 al 1350, la Francia ha estratto dalle sue cave milioni di tonnellate di pietre per edificare ottanta cattedrali, cinquecento chiese grandi e qualche decina di migliaia di chiese parrocchiali. Ha trasportato più quantità di pietre la Francia in quei tre secoli che l’antico Egitto in qualsiasi periodo della sua storia».
È fuor di dubbio che l’evoluzione dell’architettura gotica fu segnata da una sfida costante alle possibilità della tecnica e dalle rivalità esistenti fra città e comuni, che spingevano a realizzare costruzioni da primato, sempre più grandi, dalle fondazioni sempre più profonde e dalle volte sempre più alte: la cattedrale di Laon ostenta 24,5 m di altezza, 32,5 m quella di Parigi, 42 m quella di Amiens, 47,5 m quella di Beauvais (la quale, per intendersi, può contenere all’interno un edificio di quindici piani); mentre all’esterno le guglie raggiungono, per esempio, i 105 m a Chartres, e i 142 m a Strasburgo (equivalenti ai 47 piani di un grattacielo).
Le dimensioni di questi edifici appaiono quasi incomprensibili, se si pensa alla grandezza delle città di allora. La Cattedrale di Amiens poteva ospitare diecimila persone: tutta la popolazione della città avrebbe potuto assistere alla medesima funzione. «Se vogliamo stabilire un paragone con il nostro tempo – scrive ancora il Gimpel –dobbiamo immaginare che venga costruito, nel cuore di una città di un milione di abitanti, uno stadio così vasto da contenere un milione di persone». Non è affatto detto che gli architetti di oggi, nonostante gli studi avanzati e la superiore preparazione tecnica, saprebbero ricostruire le cattedrali gotiche avendo a disposizione solo i mezzi e le possibilità tecniche del tempo; o meglio, è lecito affermare che se anche conoscessero nei dettagli le tecniche di messa in opera degli architetti gotici, sicuramente non avrebbero il coraggio di riproporle.
È sufficiente citare un esempio significativo, la Cattedrale di Notre-Dame (‘Nostra Signora’) di Parigi, per comprendere i caratteri dell’architettura francese in questo periodo.
Notre-Dame, uno dei primi e più interessanti esempi di Gotico europeo, costituisce un caso di rinnovamento in chiave gotica di una preesistente struttura romanica. La nuova cattedrale fu eretta in buona parte tra il 1163 e il 1220, grazie alle donazioni e all’aiuto della popolazione.
Allo scopo di rielaborarne le forme e rendere grandiosa la ricostruzione, il transetto fu allungato e i portali originari che lo aprivano, in puro Stile romanico, furono sostituiti da nuove grandi porte, che meglio si inserivano nel nuovo tessuto gotico della costruzione; fu riprogettato anche il portale del chiostro, con il relativo rosone, e creato ex novo il grande portale di Santo Stefano, posto a sud. Il deambulatorio del coro, coperto da volte triangolari molto suggestive, fu realizzato tra la fine del secolo e il 1320.
In generale, la ricostruzione puntò a ingrandire notevolmente le proporzioni dell’impianto precedente; per rendere magnifico e grandioso il progetto, la nuova cattedrale fu concepita con pianta a cinque navate e con un immenso sviluppo del coro semicircolare con doppio deambulatorio.
L’altezza, di ben 35 m all’imposta delle volte, segnala la sfrenata ambizione dei suoi costruttori.
La facciata monumentale, quadrata e sormontata da due torri come negli edifici romanici della Normandia, è di grande chiarezza compositiva e presenta il caratteristico alleggerimento dell’impianto man mano che si procede verso l’alto.
Nel XIX secolo, in tutta l’Europa, si affermò uno stile architettonico noto come Neogotico, identificato come il linguaggio architettonico del Romanticismo. In Francia, fu Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879), architetto e teorico, a sostenere il recupero della tradizione gotica contro le tendenze classiciste e accademiche manifestate dall’École des Beaux-Arts. Scrisse un Dizionario ragionato dell’architettura francese dall’XI al XVI secolo, i cui volumi furono pubblicati fra il 1854 e il 1868.
Attivo soprattutto nel campo del restauro, Viollet-leDuc analizzò razionalmente la sintassi costruttiva del Gotico, elaborando un metodo finalizzato a ricostruire le forme degli edifici medievali in modo tale che risultassero quanto più simili a quelle originali. Egli giudicava necessario riproporre le motivazioni tecniche e gli ideali che avevano sostenuto i costruttori delle grandi cattedrali non solo per amore della verità ma per ridefinire anche l’architettura del presente. I grandi monumenti medievali, una volta restaurati, sarebbero serviti da monito e da testimonianza agli architetti moderni.
L’amico letterato Prosper Mérimée (1803-1870), divenuto ispettore centrale ai monumenti nazionali, lo incaricò di «riportare all’antico stato di splendore» i grandi monumenti della Francia medievale, nominandolo, nel 1846, capo dell’Ufficio dei Monumenti Storici. La prima importante commissione fu del 1840: il restauro della Chiesa della Madeleine a Vézelay; cinque anni dopo gli fu affidato il prestigiosissimo cantiere di Notre-Dame, la gloriosa cattedrale parigina divenuta, grazie al romanzo di Victor Hugo (Notre-Dame de Paris, 1831), il simbolo dell’intero Medioevo francese.
Nell’intento di ripristinare l’aspetto “originario” degli edifici che restaurava, Viollet-le-Duc perseguì tenacemente un ideale di purezza strutturale che lo spinse a eliminare tutto ciò il cui aspetto non appariva medievale, mentre le parti “mancanti” furono ricostruite sulla base di confronti e deduzioni. Ne conseguì che, alla fine dei lavori, la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi apparve radicalmente trasformata: le aggiunte dell’altissima guglia centrale, di una sacrestia e di sculture in Stile gotico sono pure invenzioni dell’architetto, che le reputò necessarie per “completare”, secondo il suo giudizio, l’antico capolavoro.
Il 15 aprile del 2019, la Cattedrale di Notre Dame è stata gravemente danneggiata da un terribile incendio. Le fiamme sono nate su un’impalcatura che abbracciava la cattedrale per lavori di conservazione. Poi il fuoco ha avvolto il tetto e la guglia ottocentesca, fino a farli crollare. Fortunatamente, le pareti, la facciata e i suoi i due campanili sono stati salvati. L’Unesco ha immediatamente diramato una nota per dire che è al fianco della Francia per salvare e restaurare la cattedrale. Abbiamo rischiato di perdere definitivamente uno dei simboli della nostra cultura, artistica, europea, cristiana. La ricostruiremo. È, questa, una occasione per ritrovare il senso della collettività, come succedeva 800 anni fa, quando questa perla del Gotico europeo venne costruita.
Veramente un bel lavoro. Complimenti
Grazie mille. Mi fa molto piacere che il blog sia di Suo gradimento!