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Il Palazzo di Cnosso e l’architettura cretese
Una mitica reggia in forma di labirinto.
Autore: Giuseppe Nifosì Pubblicato in Le antiche civiltà – Data: Agosto 23, 2022 1 commento 7 minuti
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Nella splendida isola di Creta, che si trova nel Mar Egeo a circa 95 km dalla Grecia continentale, si sviluppò, già a partire dal 3500 a.C., la splendida civiltà cretese (o minoica). In questa sottile landa di terra, verso il 2000 a.C., fiorirono alcuni importanti centri abitati, tra cui Cnosso. Si trattava di città-Stato, organizzate come potenze autonome, dove le classi agiate vivevano nel benessere, abitavano in case confortevoli, vestivano con grande eleganza, si dedicavano allo sport, alla musica, alla danza e al teatro.

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L’isola di Creta, in una foto satellitare.

Il cuore della città cretese era il palazzo del re, che ricopriva un ruolo centrale nella vita sociale della comunità ed era anche la più importante testimonianza architettonica dell’intero contesto urbano. I Cretesi, infatti, non amarono mai né i templi grandiosi né le tombe monumentali. L’assenza di fortificazioni ha fatto supporre che le diverse città vivessero in relativa armonia fra di loro e non temessero attacchi né da nemici interni né, tanto meno, da esterni.

Palazzo di Cnosso, XVI-XV sec. a.C.

Il Palazzo di Cnosso

A Creta i palazzi erano di eccezionale grandezza e bellezza. Il Palazzo di Cnosso, ossia la reggia della città, sorgeva nella parte centrale dell’isola, a 6 chilometri dal mare. Costruito prima del 2000 a.C., divenne presto un centro politico ed economico di straordinaria importanza, che aveva costanti rapporti con le altre civiltà del Vicino Oriente, tra cui Egitto e Mesopotamia.

Palazzo di Cnosso, XVI-XV sec. a.C.

Verso il 1700 a.C., uno spaventoso terremoto provocato dall’eruzione del vulcano dell’isola di Thera, odierna Santorini, causò il crollo di tutti i palazzi di Creta, incluso quello di Cnosso. Il palazzo venne prontamente ricostruito, durante il cosiddetto periodo neo-palaziale (1700-1400 a.C.). Intorno al 1450 a.C. circa, a seguito dell’invasione dell’isola da parte dei Micenei, Cnosso decadde e la sua magnifica reggia venne abbandonata.

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Palazzo di Cnosso, pianta.

Una pianta labirintica

Il Palazzo di Cnosso era un edificio davvero gigantesco (quasi 22.000 metri quadrati) conteneva centinaia stanze (fino a 1300, distribuite, forse, su 5 piani) e poteva ospitare, secondo alcuni studiosi, fino a 12.000 persone. La sua pianta presentava un grande cortile rettangolare porticato (30 x 60 metri), attorno al quale si disponevano molte sale, innumerevoli corridoi e piccoli ambienti. Questo cortile centrale, in terra battuta, era concepito come una sorta di piazza: circondato da gradinate per il pubblico, ospitava spettacoli, riti liturgici e manifestazioni sportive, come quella rappresentata in un suo celebre affresco, il Gioco del toro.

Gioco sul toro (Taurokatàpsia), XVII sec. a.C. Pittura murale proveniente dal Palazzo di Cnosso, 80 x 165 cm. Iraklion (Creta), Museo Archeologico.

Le molte stanze dell’edificio, tutte splendidamente decorate, erano riunite per “quartieri” in base alle loro funzioni e destinazioni. Vi erano ambienti adibiti al culto, la sala del trono, la sala della regina, le sale di rappresentanza riservate alle funzioni di governo, le stanze per i banchetti, gli appartamenti privati del re e della regina, gruppi di locali destinati alle attività artigianali, le camere della servitù. I bagni della regina, secondo studi approfonditi, erano tecnologicamente avanzatissimi, con acqua calda sempre disponibile ed elaborate canalizzazioni sotterranee.

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Palazzo di Cnosso, Sala del trono.
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Palazzo di Cnosso, Sala del trono, disegno ricostruttivo.

Altri locali avevano funzione di magazzino (per le scorte di grano, vino e olio); in quest’ultimo caso, lo spessore isolante delle doppie mura garantiva condizioni ideali di conservazione. L’insieme delle sale e delle stanze era talmente intricato da sembrare privo di una logica. Per questo, il Palazzo di Cnosso venne paragonato a un labirinto e, probabilmente, generò il mito di Minosse, Teseo e il Minotauro.

Modellino ricostruttivo del Palazzo di Cnosso. Iraklio, Museo Archeologico.

Le strutture e le decorazioni

Il palazzo, privo di mura difensive, presentava facciate esterne progettate senza un disegno unitario, tanto da apparire piuttosto disorganiche. Logge, portici e cortili minori avevano il compito di appianare i profili irregolari e dissimulare le rientranze.

Palazzo di Cnosso, cortile.

Le colonne, rastremate verso il basso, ossia con il diametro che diminuisce verso la base, erano colorate e dotate di grandi capitelli a tazza. Colonne e pilastri, talvolta disposti in alternanza, erano presenti, nei portici, nelle logge, nei cortili interni come anche nelle grandi sale ipostile, dove sostenevano la copertura. Tutti gli elementi architettonici e persino alcune tecniche costruttive testimoniano la buona conoscenza dell’architettura egizia e mesopotamica, dovuta ai rapporti commerciali fra Creta e le civiltà del Vicino Oriente.

Palazzo di Cnosso, colonne.

Le grandi sale, i corridoi e i portici, le colonne e i capitelli, persino i soffitti erano interamente dipinti con colori chiari e luminosi, come il giallo, il rosso, l’azzurro, il verde, il bianco. Le pareti degli ambienti più importanti, in particolare, erano decorate con ricchissime pitture murali, i cui soggetti, ispirati al mondo della natura, alla vita quotidiana, agli sport o agli spettacoli più amati dai Cretesi, erano resi con attento spirito naturalistico. Non mancavano, ovviamente, i temi più ufficiali, come cerimonie religiose e riti solenni.

Una sala del Palazzo di Cnosso.

La scoperta del palazzo

Dopo il suo abbandono, il Palazzo di Cnosso venne, nel tempo, completamente interrato. Tuttavia, non si era persa la memoria della sua esistenza ed il frequente ritrovamento di oggetti e reperti riaffioranti dal terreno (soprattutto monete e sigilli) confermavano l’esistenza, sottoterra, di qualcosa di straordinario. Gli scavi iniziarono nel 1878 per iniziativa dell’antiquario Minos Kalokairinos, il quale scoprì due dei magazzini del palazzo. Tuttavia, il governo turco ostacolò tutta l’operazione.

Palazzo di Cnosso, portico.

Solo nel 1899, dopo la proclamazione dell’autonomia dell’isola, l’archeologo Sir Arthur Evans (1851-1941), direttore dell’Ashmolean Museum di Oxford, comprò la terra con i propri risparmi e nel 1900 riprese i lavori. Gli scavi procedettero celermente fino al 1903 ma si conclusero nel 1931, dopo la lunga interruzione della Prima guerra mondiale. A conclusione dell’impresa, Evans pubblicò Il Palazzo di Minosse a Cnosso (The Palace of Minos at Knossos), in quattro volumi. Fu lui a ribattezzare la civiltà cretese con il termine minoica, facendo riferimento al leggendario re Minosse.

Sir Arthur Evans ai tempi degli scavi di Cnosso.

Il restauro dell’edificio

Evans si occupò anche del restauro dell’edificio, conducendolo, purtroppo, senza criteri scientifici e basandosi su valutazioni estetiche del tutto arbitrarie. Gran parte dell’elevato fu ricostruito in cemento armato, quindi ignorando completamente le tecniche edilizie antiche, e ampiamente ricolorato sulla scorta di poche tracce dell’antica cromia. Ciò vale anche per gli affreschi, ritrovati in frammenti e ricollocati in situ con ampi rifacimenti e integrazioni.

Erano, dobbiamo dirlo, altri tempi: all’epoca si procedeva in questo modo, oggi sarebbe impensabile. Bisogna riconoscere a Evans il merito di aver condotto una campagna di scavi comunque importantissima, di aver riportato alla luce una testimonianza eccezionale del mondo minoico e di averci restituito un’immagine del palazzo non del tutto rigorosa ma, quanto meno, credibile.

Ricordiamo, infatti, che le civiltà pre-romane non ci hanno restituito che pochissime tracce significative dei loro antichi palazzi: non l’antico Egitto, per esempio, e nemmeno l’antica Grecia. Anche per questo, il Palazzo di Cnosso rimane così prezioso.

Palazzo di Cnosso, XVI-XV sec. a.C.


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