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I megalìti (dal greco, ‘grande pietra’) sono monumenti preistorici, costituiti da blocchi di pietra grezza o sbozzata. Anche se l’esatta funzione di tali monumenti non è del tutto chiara, siamo tuttavia consapevoli che fu loro attribuita un’importanza enorme. La costruzione dei megaliti richiese infatti uno sforzo collettivo veramente straordinario per quei tempi, un impegno che a noi è dato di immaginare solo in parte. Stonehenge e l’architettura megalitica.
I menhìr
Il fenomeno del megalitismo è tipico del Neolitico. Con differenti tipologie, si diffuse dal V al III millennio a.C. tanto in Europa quanto nell’area mediterranea. La forma più elementare di megalite è il menhìr, termine con cui si è soliti definire un unico blocco di pietra (monolìte) impiantato verticalmente nel terreno.
I menhìr avevano forse un significato simbolico che alludeva al tema della fertilità; forse indicavano il luogo di sepoltura di un grande capo o di un importante sciamano. Attraverso calcoli eseguiti al computer, si è giunti alla conclusione che alcuni gruppi di menhìr del Nord Europa avevano la funzione di osservatori astronomici e consentivano di prevedere in anticipo fenomeni celesti come le eclissi solari o lunari.
I dòlmen
Il dòlmen è invece un monumento funerario megalitico, assai diffuso nel IV-III millennio a.C. nelle regioni europee occidentali e settentrionali. È costituito da due o più lastre di pietra monolitiche, infisse verticalmente nel terreno, che sostengono una lastra orizzontale di copertura. Strutturalmente, il dòlmen è un trilìte, il sistema di costruzione architettonica che costituisce il germe dello sviluppo dell’architettura.
Il Dòlmen di Bisceglie
Un importante dolmen italiano è il Dolmen di Bisceglie, eretto a 17 chilometri dall’omonima cittadina pugliese (presso Bari), noto pure come Dolmen della Chianca (dal barese chianghe, cioè lastra di pietra). Questo monumento megalitico risale all’età del bronzo. È realizzato con tre lastroni verticali, disposti a “U”, coperti da una quarta lastra orizzontale in modo da costituire una sorta di cella, alta 1,80 metri. I lastroni verticali poggiano direttamente sulla roccia.
È stato calcolato che per posizionare la lastra del tetto (lunga 3,85 metri e larga 2,40) furono necessarie cento persone almeno. La cella è preceduta all’esterno da un corridoio all’aperto, lungo 7,60 metri, formato da piccole lastre di pietra disposte verticalmente. Si può affermare, con ragionevole certezza, che il Dolmen di Bisceglie venne utilizzato come monumento funerario: gli archeologi vi hanno infatti ritrovato frammenti di piccoli vasi, alcuni coltelli di pietra e otto scheletri.
Il cròmlech
Infine, il cròmlech è un monumento megalitico costituito da più menhìr disposti circolarmente. Una vera e propria architettura: anche se a cielo aperto, un cròmlech, infatti, delimita un’area, individua uno spazio. Queste opere, risalenti all’Età del rame e a epoche successive (III-II millennio a.C.) e diffuse soprattutto nell’Europa nord-occidentale, erano probabilmente luoghi di culto, templi dedicati al Sole, come potrebbe suggerire la loro forma circolare, oppure osservatori astronomici. Il cròmlech più famoso è quello di Stonehenge.
Stonehenge
La struttura megalitica di Stonehenge si trova nel Regno Unito, a pochi chilometri dalla città di Salusbury nel sud-ovest dell’Inghilterra. È stata riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1986. Il suo nome può essere tradotto con ‘pietra sospesa’, in riferimento ai lastroni che fungono da architravi.
Realizzato in età neolitica, tra il 2800 e il 1550 a.C., Stonehenge è costituito da un cerchio di menhìr, alti 4 metri, dal profilo leggermente trapezoidale (cioè a trapezio) e sormontati da architravi, che racchiude cinque dolmen disposti a ferro di cavallo. I monoliti interni sono leggermente più alti di quelli esterni, raggiungendo un’altezza di 7 metri.
I blocchi della struttura esterna sono di arenaria e sono stati cavati a trenta chilometri più a nord, sulle Marlborough Downs. La struttura interna, conosciuta come Bluestone Horseshoe, è sostanzialmente costituita da blocchi di dolorite, estratti dalle Montagne Preseli, nel Galles sud-occidentale. Le pietre più grandi pesano dalle 25 alle 50 tonnellate.
Nel corso del XIX secolo, alcuni dei monoliti caduti furono nuovamente innalzati e collocati nella posizione che si presumeva fosse quella originaria. Studi recenti hanno rivelato che questi lavori di ristrutturazione hanno alterato in parte l’aspetto originario del complesso monumentale. Secondo l’English Heritage, un organismo pubblico che si incarica della gestione del patrimonio culturale inglese, pochissime pietre sono ancora esattamente dove si trovavano alcuni millenni fa.
Una incredibile costruzione
La costruzione di Stonehenge richiese uno sforzo collettivo inimmaginabile ai nostri giorni. Le pietre più grandi furono probabilmente trasportate per mezzo di slitte, tirate con corde di cuoio da decine di uomini e fatte scivolare su rulli in legno. Le pietre più piccole, quelle tagliate nel Galles, vennero invece trasportate su imbarcazioni.
Per issare i menhìr verticali, si trascinavano i blocchi in corrispondenza di grandi fori ricavati nel terreno; quindi, con un sistema di funi e di leve appoggiate a una struttura di tronchi, i blocchi venivano fatti scivolare lentamente all’interno dei fori e sistemati nella loro posizione definitiva. I fori venivano quindi riempiti di sassi. Gli architravi erano collocati in cima ai piedritti grazie a percorsi inclinati di terra (smantellati a lavori finiti), lungo i quali erano trascinati per mezzo di slitte.
Un antichissimo santuario?
Benché gli studi su Stonehenge non abbiano fatto del tutto chiarezza sulla sua funzione, è opinione diffusa che il monumento megalitico sia nato come tempio e osservatorio astronomico, in quanto il suo asse è orientato in direzione dell’alba nei solstizi estivi. Il 21 giugno, i raggi del Sole attraversavano il complesso, andando a illuminare alcuni macigni che erano posti all’esterno, evidentemente dotati di un particolare significato che tuttavia ci sfugge. Inoltre, è stato osservato che il cerchio di menhìr è composto da 29 pietre grandi più una piccola: forse un riferimento al mese lunare, che è di 29 giorni e mezzo.