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La pittrice Maria Gurwik-Górska, nota come Tamara de Lempicka (1898- 1980), una delle più celebri artiste del primo Novecento, nacque a Varsavia o forse a Mosca: fu, di fatto, sempre evasiva sulle sue origini. La sua pittura è certamente l’espressione più tipica della cultura art déco, inquieta, contraddittoria, fredda e intensamente drammatica a un tempo.
La passione per l’arte si accese in Tamara quando questa era solo una ragazzina, in occasione di un viaggio compiuto in Italia con la nonna. Ribelle e poco incline ad accettare le rigide regole familiari, abbandonò gli studi per trasferirsi a San Pietroburgo, dove sposò, nel 1916, il giovane avvocato Tadeusz Lempicki, di cui avrebbe poi mantenuto il cognome, adottandolo come nome d’arte.
Fu a Parigi che intraprese la sua carriera di pittrice. Nel 1920, poco dopo la nascita della figlia, divenne allieva del simbolista Maurice Denis, partecipò nel 1922 al Salon d’Automne e continuò ad esporre con regolarità fino alla seconda metà degli anni Trenta, diventando la ritrattista dei nobili e dei ricchi rifugiati. Sposato, in seconde nozze, il barone Kuffner, dal 1939 visse e lavorò negli Stati Uniti, allestendo personali di pittura a New York, Los Angeles e San Francisco. A partire dagli anni Cinquanta si dedicò alla pittura astratta, non incontrando, però, il favore della critica. Una sua mostra del 1962, a New York, si rivelò un clamoroso fiasco e segnò la fine mesta di una carriera che era stata, invece, sfavillante.
Tamara fu molto più che una semplice artista di talento: negli anni d’oro della sua carriera divenne un vero e proprio simbolo di emancipazione femminile: una “donna d’oro”, secondo la definizione di Gabriele D’annunzio, che di lei si innamorò ma che Tamara respinse, definendolo un “orribile nano”.
Costruì la sua immagine con una cura pari a quella con cui era riuscita a lanciare la propria carriera. Misteriosa, affascinante, conturbante, trasgressiva, irraggiungibile e capricciosa, si impose al mondo come una diva. Diventata un personaggio pubblico, creò attorno a sé un alone di leggenda. Con i suoi numerosi amori scandalosi e spesso omosessuali, gli atteggiamenti spudorati e disinibiti, la frequentazione di festini e l’uso di droghe, incarnò la figura simbolista ed espressionista della femme fatale.
Le donne furono sempre i soggetti privilegiati delle sue tele. Ricche e annoiate, vivono nel nostro mondo ma, nel contempo, in un proprio mondo, distante e distaccato, malinconico, tormentato e romantico. E per questo motivo ci appaiono così fascinosamente fredde e irraggiungibili. Moderne, erotiche, provocanti ed emancipate, nude o vestite, protagoniste e non comprimarie della propria vita, le donne di Tamara sono sicure di sé, talvolta vestite da uomo o colte alla guida di macchine sportive.
Nell’Autoritratto sulla Bugatti verde, che le venne commissionato nel 1932 come copertina per la rivista di moda Die Dame, è la stessa Tamara a tenere con sicurezza il volante dell’automobile sportiva, simbolo per eccellenza di virilità maschile e qui ostentata come strumento di riscatto femminile.
Ne La camicia rosa, la protagonista reclina languida il capo in avanti; i grandi occhi verdi, le labbra rosse e carnose, i capelli cortissimi, secondo la moda del tempo, ne fanno un’autentica icona déco. In Andromeda, la donna è incatenata e si torce molle e sensuale; ne La dormiente è vulnerabile e sola.
I nudi della Lempicka, sempre vigorosi, si mostrano debitori della lunga tradizione rinascimentale e manierista, soprattutto di Bronzino e di Pontormo, di cui Tamara tradusse certe drammatiche torsioni corporee in termini di voluttà femminile. Non di rado scelse di adottare anche il morbido e levigato sensualismo di Ingres, delle cui bagnanti ammirò e ripropose le candide forme corporee, esaltandole in un gioco elegantemente equivoco. Ciò appare evidente in Adamo ed Eva, dove compare l’unico nudo maschile mai dipinto dalla pittrice.
Bravissimo.vorrei sempre ricevere i suoi post o gli eventi con la sua partecipazione a Torino.sono ex collega del professor Capetti che, credo, conosca bene.Grazie