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Intorno alla metà del XIII secolo (1260 circa), all’interno della Cattedrale di Naumburg, in Germania, nelle cappelle absidali del coro furono collocate alcune statue. Si trattava dei dodici fondatori e dei benefattori di questa chiesa, morti due secoli prima. Quattro sculture, in particolare, entrarono da subito nel cuore della gente. Esse rappresentano due fratelli ritratti con le rispettive mogli: Hermann e Regelindis ed Ekkehard e Uta. La loro fama è cresciuta a tal punto da farne, nel tempo, i simboli della tipica coppia tedesca.
I loro anonimi autori, che ovviamente mai videro i ritratti di queste persone, non vollero idealizzare le coppie ma, al contrario, scelsero di caratterizzarle, nei volti, nell’espressione e negli atteggiamenti. Per esempio, Ekkehard, pingue, serio e sicuro di sé, impugna con fermezza la spada, mentre Uta, la sua compagna fiera e regale, tiene con le belle mani sottili due lembi della veste, portandone uno al volto in un gesto di aristocratica ritrosia.
Proprio lei divenne la più famosa del gruppo: la bella e altera Uta degli Askani di Ballenstedt, regina, moglie senza figli, sfuggita al rogo dopo aver subito un processo per stregoneria. In età romantica, fu acclamata come simbolo di bellezza germanica e icona di virtù femminili.
Nel Novecento, sotto il nazismo, questa antica nobildonna divenne perfino il prototipo della donna ariana. Ancora in tempi più moderni, per esempio nel secondo dopoguerra, è stata celebrata come una vera regina contemporanea e riprodotta nei francobolli tedeschi.
Nel 1934, Walt Disney, celebratissimo regista di film di animazione, decise di realizzare il suo primo lungometraggio, Biancaneve, tratto dalla favola dei fratelli Grimm. Cercò subito di dare un volto ai suoi protagonisti. Per la principessina Biancaneve, si ispirò a un noto personaggio dei fumetti americani, Betty Boop. Per la figura della malvagia regina, un suo disegnatore di origini tedesche suggerì di considerare il volto, il corpo e perfino le vesti della bellissima Uta.
Disney partì per vedere la scultura a Naumburg e rimase entusiasta: elesse l’antica sovrana a suo modello e decise di chiamare la matrigna di Biancaneve proprio Grimilde, un nome di chiara sonorità germanica.
Per renderla più cattiva la ritoccò, soprattutto nella linea delle labbra e delle sopracciglia, ispirandosi a Joan Crawford, splendida e conturbante attrice americana di quegli anni.
Una curiosità: uscito nel 1937, Biancaneve ebbe un successo planetario ma non fu proiettato in Germania fino al 1950. I nazisti, infatti, non apprezzarono affatto che la nobile Uta fosse stata trasformata da Walt Disney in una strega malvagia: anche se era stata proclamata (prima di Biancaneve) “la più bella del reame”.
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